Nelle scorse settimane, presentando le tecnologie abilitanti 4.0, abbiamo parlato di realtà aumentata: affrontando però l’argomento con alcuni clienti, è emersa la difficoltà a comprendere la differenza tra realtà virtuale e realtà aumentata. Ecco dunque un approfondimento.
Le realtà virtuali e le realtà aumentate rientrano nella Tecnologia Positiva, che consiste in “un approccio scientifico applicativo che usa la tecnologia per modificare le caratteristiche della nostra esperienza personale – strutturandola, aumentandola o sostituendola con ambienti sintetici- al fine di migliorare la qualità della nostra esperienza personale e aumentare il benessere in individui, organizzazioni e società” (Riva – Gaggioli, professori ordinari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano).
La realtà virtuale, però, è una rappresentazione interattiva in cui le persone si immergono, sperimentando la sensazione di essere parte anch’esse di ciò che viene rappresentato, mentre la realtà aumentata costituisce una versione digitale della realtà concreta alla quale va a sovrapporsi, aggiungendo informazioni derivanti dalla tecnologia, non percepibili altrimenti con i cinque sensi.
Un esempio della prima sono i film in 3D che “catturano” lo spettatore, dandogli l’eccitante sensazione di vivere nella storia assieme ai protagonisti, mentre un esempio classico di AR è dato dai cosiddetti HUD, ossia gli Head Up Display, che permettono ai piloti di aerei di ottenere una serie di importanti informazioni aggiuntive, come le distanze da determinati punti, l’inclinazione …
Le realtà virtuali e le realtà aumentate sono oggi utilizzate nei più svariati campi della vita umana: da quello medico, dove è stata introdotta la chirurgia da remoto, a quello psicoterapeutico, dove la realtà virtuale ha assunto il ruolo di “tecnologia catartica”, venendo utilizzata, ad esempio, con i pazienti fobici per aiutarli ad affrontare e superare emozioni troppo forti, persino da immaginare anche solo mentalmente.
Esperienze di realtà virtuali e aumentate sono recentemente approdate anche nel mondo pubblicitario, come testimoniano spot di alcuni famosi brand, uno dei quali ha utilizzato la realtà virtuale per offrire ai propri potenziali clienti esperienze avventurose in una natura selvaggia e sublime, allo scopo di generare nella loro mente una stretta associazione tra le esperienze gratificanti vissute e il prodotto sponsorizzato, al fine di indurli poi ad acquistarlo.