Il percorso avviato dal governo con il Decreto Crescita 2.0 che ha introdotto una serie di misure di sostegno a favore delle start up innovative, è proseguito nel 2015 con il decreto noto come Investment Compact, che ha assegnato le principali misure previste per le start up innovative ad una platea molto più ampia: le PMI innovative, ossia tutte le piccole e medie imprese caratterizzate da una forte componente innovativa a prescindere dalla data di costituzione, dalla formulazione dell’oggetto sociale e dal livello di maturazione.
Startup innovative e PMI innovative rappresentano due stadi evolutivi di un processo con cui il Governo ha inteso non solo agevolare la fase di partenza ma anche accelerare il rafforzamento e la crescita dimensionale delle imprese caratterizzate da una forte componente tecnologica.
Il “programma di accelerazione” previsto a favore delle PMI innovative consiste in un pacchetto di agevolazioni che interviene su diversi aspetti della vita aziendale rendendo più flessibile la gestione societaria, liberalizzando gli schemi di remunerazione, rafforzando l’accesso al credito, introducendo strumenti innovativi per la raccolta dei capitali, agevolando l’investimento in equity e favorendo l’accesso ai mercati esteri.
Il punto culminante di questo processo è il Piano Nazionale Industria 4.0 che ha introdotto diversi strumenti di policy tesi ad incentivare gli investimenti produttivi in ricerca, sviluppo e innovazione.
Riportiamo di seguito la scheda di sintesi elaborata dal MISE con i criteri cui deve rispondere una PMI innovativa e gli strumenti agevolativi a supporto.