Con la trasformazione digitale dei processi produttivi, la quasi totalità delle attività codificate e ripetitive può essere affidata alle macchine, mentre rimangono affidate alle persone le attività ad alto contenuto di know-how o che richiedono capacità di relazione e problem solving.
Lo svolgimento di questo tipo di attività richiede di solito predisposizione e coinvolgimento da parte delle persone, capacità di lavorare in gruppo e di attingere dall’ambiente le risorse e le informazioni necessarie allo svolgimento del compito.
È necessario quindi porre particolare attenzione alle competenze e capacità dei singoli e a come le persone vivono lo svolgimento delle proprie attività e come si relazionano con l’ambiente in cui operano.
Mano a mano che l’azienda nel suo complesso diventa digitale, chi gestisce le risorse umane deve diventare un leader nell’organizzazione digitale, andando oltre la digitalizzazione delle proprie piattaforme e occupandosi dello sviluppo di ambienti di lavoro digitali e della promozione di tecnologie che cambiano il modo di operare delle persone.
L’introduzione degli ambienti di lavoro digitali consente, infatti, di raccogliere un’enorme quantità di dati relativi non solo alle attività svolte, ma anche dati relativi al modo in cui le persone lavorano e interagiscono realmente.
Grazie a questi strumenti è possibile analizzare i dati relativi al personale, dal reclutamento, alle prestazioni, alla mobilità ecc., avendo accesso a una combinazione di informazioni utili a capire ciò che determina i risultati aziendali e il modo in cui si svolgono le attività in azienda.
“Alla fine, un’organizzazione non è niente di più della capacità collettiva di tutte le persone che vi lavorano di creare valore” – Lou Gerstner (Ex AD di IBM)