Nei contesti lavorativi è facile che le relazioni si deteriorino e si trasformino in conflitti che in maniera sempre più veloce possono alimentare sentimenti di aggressività e rabbia.
Conflitto non vuol dire sempre scontro, è anche espressione di un altro punto di vista alla base di comportamenti e azioni che servono a far evolvere le situazioni e può diventare un momento di crescita e sviluppo per le persone coinvolte se ben gestito.
Il conflitto è costruttivo quando gli interlocutori coinvolti trovano fattori che li accomunano e possono trovare vantaggio entrambi nella risoluzione: un atteggiamento che permette proprio di superare il conflitto è ben descritto negli esperimenti psicologici che utilizzano i cosiddetti “giochi a somma zero”, basati sulla teoria dei giochi di Nash e in cui si descrivono gli scenari sociali entro i quali si inseriscono le decisioni dei partecipanti, che devono tenere conto che quanto vinceranno verrà perso dall’altro giocatore e viceversa. Lo svolgimento del gioco dipende dalle aspettative e dagli atteggiamenti di entrambi.
Il dilemma del prigioniero è uno dei giochi a somma zero più famosi. Lo scenario descritto è il seguente: due persone vengono arrestate e messe in celle di isolamento senza la possibilità di parlarsi. Un poliziotto fa la seguente proposta:
• Se tu confessi e il tuo complice tace, tu sei libero, ma userò contro di lui la tua testimonianza
• Se tu non confessi, ma lui si. Tu andrai in galera per 5 anni e lui sarà libero
• Se confessate entrambi, terrò conto della buona volontà e vi darò tre anni
• Se non parlate entrambi vi condanno ad un anno di carcere per propaganda sovversiva.
Il dilemma nasce dal fatto che singolarmente confessare è la scelta migliore perché minimizza il danno che potrebbe nascere dalla scelta altrui. La soluzione migliore infatti sarebbe di non confessare, ma non potendo accordarsi con l’amico, il rischio è eccessivo. Quale decisione prendereste voi?
“In ogni conflitto le manovre regolari portano allo scontro, e quelle imprevedibili alla vittoria”. Sun Tzu