A partire dal 2010 negli USA è stato coniato un nuovo paradigma d’impresa: la Benefit Corporation, un archetipo imprenditoriale che consente alle imprese di realizzare profitto e, contestualmente, di svolgere missioni ad alto valore sociale, senza che ciò comporti la violazione di obblighi statutari e giuridici.
Questo nuovo modello di impresa si lega alle politiche di Responsabilità Sociale d’Impresa, che integrano temi sociali ed ambientali nelle operazioni commerciali delle imprese e nei rapporti con i propri stakeholders. Perché le imprese decidono spontaneamente di scostarsi dal principio di massimizzazione del profitto? Per ottenere diversi vantaggi, che possono riassumersi nel rispondere all’istanza di “valorizzare la dimensione pubblica dell’impresa” dovuta alla pressione operata dalla società civile, alla sempre più palese insostenibilità del business as usual e all’intensificarsi delle ricerche sui temi della sostenibilità.
L’Italia è il primo Paese sovrano al mondo, assieme ad alcuni Stati federati americani, ad aver introdotto una disciplina ad hoc delle società benefit (SB).
La legge 208/2015, art.1, cc. 376-384 e relativi allegati, in deroga a quanto statuito dal codice civile fino a questo momento, riconosce alle imprese la possibilità di coniugare il duplice scopo di lucro e di beneficio comune.
Il beneficio comune generato dalle SB operando in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di dipendenti, clienti, fornitori, finanziatori, creditori, PA e società civile si può concretizzare in:
- Perseguimento di effetti positivi;
- Riduzione di effetti negativi.
Possono essere o diventare SB sia le società di persone che le società di capitali; sono invece ovviamente escluse le società not for profit oriented.
Come costituirsi o trasformarsi in SB?
- Identificare il beneficio comune;
- Adempiere alle formalità societarie;
- Implementare e monitorare il modello.
Perché diventare SB? Sono diverse le motivazioni che spingo le società a diventare Benefit e le principali possono riassumersi in 3 valori:
- Rafforzare il vantaggio reputazionale per differenziarsi sul mercato incrementando la fiducia e attirando l’attenzione di tutti gli stakeholders, da investitori a clienti a giovani talenti a fornitori etc.;
- Certificare la propria condotta evitando di dover ripetutamente dimostrare le metodologie adottate ed i risultati ottenuti (in contesti come, ad esempio, le gare d’appalto);
Contribuire fattivamente allo sviluppo sostenibile prediligendo i comportamenti concreti alle parole e rendendo conto in modo trasparente dell’attività d’impresa e del suo impatto.