In una situazione di angoscia e pericolo come quella che viviamo, una reazione iperattiva non è la regola, ma una possibilità. Ci lamentiamo sempre di non avere tempo: le nostre giornate sono piene di impegni di lavoro, studio, famiglia, tra i quali cerchiamo di ritagliarci spazio per la palestra, gli amici, le vacanze.

Tutto permette di cullarci in uno stato di insoddisfazione esistenziale che ha una sola consolazione: un sogno nel cassetto (il libro che si vorrebbe scrivere, la lingua straniera che si vorrebbe imparare, la forma fisica che si vorrebbe raggiungere…), che non possiamo realizzare perché gli impegni quotidiani non ce lo permettono.

Potrei essere più di quello che sono, se solo potessi, se solo ne avessi il tempo; ma ora il giochino si è inceppato, perché il tempo, l’oggetto che mai abbiamo potuto maneggiare, è nelle nostre mani, e come una fonte luminosa, fastidiosissima, non fa altro che mostrare il re nudo nella stanza.

Perché quando ti convinci che l’unica cosa per poterti migliorare, per poter fare, sia il tempo, ecco che quando il tempo ti piomba sorprendentemente addosso, scopri di non avere le idee abbastanza chiare per scrivere quel libro – e forse neppure il talento – che sei troppo pigro per perdere chili in un momento come questo, che il giapponese, per uno che non ha mai imparato bene neppure l’inglese, è una sciocchezza.

E allora è più facile buttarsi sul divano e scegliere una serie, aspettare passi tutto questo tempo, con la sua forza di metterci all’angolo, per poter tornare a pontificare sul nulla prima di addormentarci.

Cosa ne sarà dei nostri sogni nel cassetto quando tutto sarà finito? Non esiste una risposta.

Forse è bene però ricordare che:

  • possiamo cambiare solo nel momento in cui smettiamo di prenderci in giro con la falsa speranza di un futuro radioso di cui non siamo disposti a pagare il prezzo.
  • possiamo cambiare solo nel momento in cui lasciamo andare l’illusione che domani ci sveglieremo finalmente come il nostro “Io” ideale super-produttivo e super-motivato.
  • possiamo cambiare solo nel momento in cui accettiamo la nostra attuale mediocrità e iniziamo a sporcarci le mani attuando miglioramenti imperfetti.

Perché la vera crescita personale non è un film con un sottofondo motivante, ma spesso somiglia ad un mediocre lunedì in cui però decidiamo di darci da fare per cambiare davvero qualcosa.