La parola “crisi” viene dal greco “krísis” e indica “scelta”, “decisione”: in questo senso, ogni momento di crisi, cioè di riflessione e valutazione, può trasformarsi in una opportunità e in un presupposto per un miglioramento e una rinascita.

Una crisi infatti ci mette davanti a una scelta: sebbene possa prevedere più soluzioni, nel concreto si distingue tra un sostanziale rifiuto all’idea di cambiare oppure accettare l’inevitabile cambiamento. Decidendo di non cambiare, vi è la replica degli stessi comportamenti che porta alla stagnazione. A quel punto, i possibili sbocchi sono due: o si riapre una crisi, diversa nella manifestazione, ma identica nella causa; oppure, a un certo punto si verifica un evento di rottura che decreta la fine materiale di ciò che si trovava in uno stato di crisi: il fallimento di un’azienda, un divorzio, …

Il cambiamento è la sola via d’uscita da una crisi. Non è mai la decisione presa a metterci in crisi, ma il trovarci davanti ad una scelta che non ci decidiamo a fare. Una volta presa la decisione che “rompe” con ciò che si è sempre fatto in passato, giusta o sbagliata che sia, si esce di fatto dalla crisi, poiché quella rottura comporta la messa in discussione di vecchie convinzioni e la creazione di nuove, modificando così la nostra cultura di base. Questo andrà a promuovere nuovi comportamenti che determineranno la nostra crescita.

Ricordiamo ciò che diceva Einstein: “La crisi può essere una vera benedizione per ogni persona e per ogni nazione, perché è proprio la crisi a portare progresso. […] È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie”.